Quale sofferenza nel danno biologico temporaneo?

Dall’evento lesivo alla stabilizzazione della malattia post traumatica

I principi medicolegali riconosciuti per definire il livello di sofferenza correlata alla lesione hanno risvolti esclusivamente di natura “esistenziale”, un inquadramento “qualitativo“ e sono stati individuati   nel  “dolore fisico“ , nell’ apprezzamento della   “aggressione terapeutica“ resasi necessaria per la cura della lesione e nell’ “allontanamento dai comuni piaceri della vita quotidiana” (con ricaduta  sul fare personale e dinamico relazionale).

Parametri “presuntivi“   che consentono di definire dei “range”  in cui collocare  le poste risarcitorie  “equitative“ di ogni determinato evento lesivo biologico

La sofferenza lesione correlata si esaurisce con la stabilizzazione della malattia “traumatica “ e diventa nel tempo il “ricordo del vissuto esistenziale“ del danneggiato subentrando – ove persista un danno biologico permanente – una condiziona di “sofferenza” perdurante nel tempo e correlabile alla “convivenza “ con una modifica peggiorativa della preesistente qualità di vita (personale e relazionale) , definita “sofferenza menomazione correlata“.

Tali “componenti“ si distinguono da quelle condizioni di sofferenza “intima“ o “emozionale” che non hanno connessione con la lesione o la menomazione  “biologica” ma che, in sostanza, afferiscono ad aspetti di “ricaduta psicologica“ del danno non patrimoniale derivanti dalla lesione di differenti Diritti della Persona costituzionalmente tutelati (ad esempio la lesione della dignità della Persona)  ovvero conseguenti a differenti  modalità circostanziali del fatto illecito lesivo (rilevanze penalistiche), essendo quindi componenti di danno non patrimoniale che non possono avere alcun rapporto “causa – effetto“ con le accertate condizioni di disfunzionalità biologica (temporanea o permanente), ne’ tantomeno una oggettiva proporzionalità  risarcitoria rispetto alle parametrazioni quantitative del danno biologico.

Talora è difficile stabilire se tali componenti di danno non patrimoniale debbano essere considerate come “danno evento”  oppure “danno conseguenza”: a volte si tratta di sofferenze “emozionali “ prevalentemente  connesse al fatto illecito, altre volte di sofferenza “emozionale” riferibili  alle conseguenze dell’evento: in ogni caso  estranee alle conseguenze esistenziali connesse al danno biologico  e quindi non correlabili all’entità e decorso delle lesioni (definite dal medico legale come IT) nè al grado di disfunzionalità eventualmente residuata (definita dal medico legale come IP).

Tali presupposti assumono particolare importanza in previsione della prossima applicazione della TUN che prevede all’art. 3, per il danno biologico temporaneo,  un incremento, per il danno morale , ricompreso tra il 30 e il 60 per cento del danno liquidato (… per il corrispondente periodo di inabilità temporanea –nds).

Posto che gli aspetti qualitativi “esistenziali“ della disfunzionalità biologica temporanea non hanno alcun rapporto con gli aspetti “emozionali“ del danno morale, ne deriva che la modulazione di detta posta di danno non potrà  che prescindere , secondo una logica liquidativa ,  dalla definizione medicolegale  degli aspetti “qualitativi” della lesione  e del suo decorso biologico accertati  (secondo presunzione tecnica).

Stima che richiede necessariamente una valutazione complessiva della “ sofferenza patita dal danneggiato “(l’intero vissuto della lesione)  in quanto variabile risarcitoria unica  per l’intero periodo di inabilita’ definita  dal medico legale.

Viceversa, per chi dovra’  provare un danno, sarà  arduo ( se non impossibile  )  individuare elementi di prova , basati sulle sole componenti “emozionali “ ( danno morale intimo ),  idonei  a  modulare il l’incremento risarcitorio del  danno biologico temporaneo , in quanto dette   componenti – secondo gli Orientamenti della stessa Cassazione – sono   ontologicamente estranee alla “ disfunzionalità biologica e , come tali , dovrebbero, quindi,  trovare distinta ed autonoma definizione   liquidativa  rispetto ad una Tabella costruita esclusivamente su variabili di “ disfunzionalità  anatomo-psichica “ e   predisposta per specifiche fattispecie di illecito : sostanzialmente sempre  di natura colposa.

Dr. Enrico Pedoja

(innovazionemedicolegale.it)

Per approfondimenti:

  • Paper Position Simla 2023
  • Principi e guida alla valutazione medico legale della Sofferenza Correlata ( Minerva Edizioni 2024)

Di Dr. Enrico Pedoja

SPECIALISTA MEDICO LEGALE UNIVERSITA' DI PADOVA 1986 HA SVOLTO ATTTIVITA LIBERO PROFESSIONALE PER NUMEROSE COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE FINO AL 2011 - PRESIDENTE DI COMMISSIONE INVALIDI CIVILI FINO AL 2013 ATTUALMENTE ESERCITA ESCLUSIVA ATTIVITA' LIBEROPROFESSIONALE IN AMBITO CIVILISTICO E PREVIDENZIALE Promotore e Cofondatore della Società Medico legale del Triveneto nel 2009, che ha coordinato e poi presieduto fino al 2024 Membro Consiglio direttivo SIMLA dal 2017 al 2024 Segretario Nazionale SISMLA dal 2017 al 2023  ( Tariffario Nazione Sismla ) Responsabile tecnico medico legale del COMITATO  LINEE GUIDA IN ATP CONCILIATIVA EX 696 BIS IN MATERIA SANITARIA DEL TRIBUNALE  DI TREVISO  Ha elaborato nel 2013 il principio tecnico della " sofferenza lesione/menomazione  correlata " Autore di pubblicazioni medicolegali in tema di valutazione danno a persona ( vedi :"principi e guida alla valutazione medicolegale della sofferenza correlata" Minerva medica 2024) Autore di numerosi articoli in materia di danno alla persona in ambito contrattuale e extracontrattuale ( RIDARE- Altalex- Giustizia Insieme -Persona e danno -Diritto.it) Relatore a numerosi Convegni medico giuridici SITO WEB          Innovazionemedicolegale.it

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